La giornata inizia con la sveglia alle 6 del mattino, per una preparazione veloce stando molto attenti al vestiario casto e rispettoso dei luoghi sacri che si visiteranno e dopo una colazione sostanziosa, tra un cornettino, un ovetto, una frittatina, un cappuccino e una spremuta, eccoci pronti, puntualissimi all’appuntamento con la nostra guida per iniziare la giornata.
Ore 7,20: si presenta Hilik Silfin con il suo pulmino da 15 persone e dopo un paio d’ore necessarie per percorrere gli 80 km che ci dividono dalla destinazione, eccoci in arrivo a Gerusalemme, vivendo anche l’emozione di stare nel traffico, all’ingresso in città.
Dapprima ci soffermiamo sul Monte degli Ulivi per una panoramica sulla capitale di Israele, la città eterna costruita migliaia di anni fa, la cui storia si ode ancora oggi nel sussurro del vento che soffia intorno alle sue mura, la città dove ogni pietra narra la fiaba meravigliosa di un luogo che da millenni attira milioni di pellegrini, Gerusalemme.
Il sole splende e picchia forte, Hillik ci descrive tutta la storia e i vari imperi che si sono susseguiti, indica le varie aree in cui è divisa la sua amata città , in particolare il quartiere Ebraico e poi quello Armeno, Cristiano e Mussulmano, tutti situati all’interno delle mura che delineano il confine antico della città, fino a manifestare la sua profonda inquietudine nel descrivere la storia dell’edificio attualmente più visibile e più imponente, il loro Tempio “usurpato”. Infatti, attualmente, questo imponente edificio dalla cupola dorata, è la Moschea di ‘Omar, in merito alla quale la nostra guida spende queste precise parole: “se non lo abbiamo distrutto all’epoca non possiamo certo farlo ora”.
Iniziamo a camminare e passo dopo passo attraversiamo i vari quartieri che fino a quel momento avevamo visto solo dall’alto. Nel quartiere ebraico ci ritroviamo ad ammirare alcune colonne ed archi risalenti all’Età Romana di una strada antica, cosiddetta il “Cardo” che ci indica quale fosse il livello al quale la vecchia città fosse costruita.
Nel centro della città si notano anche le costruzioni degli edifici privati, in quanto, tutti costruiti con la stessa pietra bianca, la pietra di Gerusalemme.
Un luogo veramente degno di nota è il Muro Occidentale ed il piazzale antistante, sacro agli Ebrei e conosciuto come il “Muro del Pianto”, unica rimanenza del Sacro Tempio non più accessibile e luogo ad esso più vicino. Una muraglia imponente dove gli ebrei di tutto il mondo si raccolgono per pregare, offrendo le loro preghiere e scrivendo i desideri del loro cuore sui frammenti di carta che infilano nelle fessure del muro, tra le pietre
Ecco quindi avventurarci nel quartiere mussulmano, dove non ci si può estraniare dai colori caratteristici delle bancarelle che vendono ninnoli e abbigliamento, tutto tipicamente mussulmano, e, contemporaneamente scorgere qua e là, in determinati punti del vicolo, spiragli di Cristianesimo, intravedendo una rappresentazione nel muro, descrivente una delle 14 stazioni della Via Crucis di Gesù, la “Via Dolorosa”, l’ultimo sentiero percorso, secondo la tradizione cristiana, da Gesù, che partì dal tribunale fino alla collina del Golgotha, luogo della crocifissione e della sepoltura, dove è oggi posizionata la Chiesa del Santo Sepolcro.
Quindi, grazie alla guida riusciamo ad individuare i punti precisi in cui sono rappresentate le stazioni fino alla undicesima, ma ci accorgiamo che alcune mancano, perché attualmente non si conosce il luogo preciso cui il Vangelo fa riferimento. Negli stessi vicoli del quartiere si trova una sezione del muro di una casa, nella quale si tramanda che Gesù abbia appoggiato la Sua mano sudata, affaticato dal peso della croce prima di cadere.
Le ultime tre stazioni sono tutte raccolte nella Chiesa del Santo Sepolcro, che circoscrive il luogo della Crocefissione, al quale si accede salendo delle ripidissime scale strette, e nel quale si può ammirare un altare, costruito nel punto in cui era posizionata la croce, sotto il quale inginocchiarsi e pregare; la pietra dell’unzione, il luogo in cui fu deposto dopo la morte, dove il corpo di Gesù venne disteso e avvolto nel lino prima della sepoltura, ed infine, il luogo del Santo Sepolcro e della Resurrezione.
Molto suggestivo e interessante è il fatto che questa Chiesa sia appartenente a tutta la Cristianità, basta fermarsi un attimo per individuare preti delle varie religioni: Greci ortodossi, Armeni e Cattolici e distinguere le cappelle di una religione piuttosto che di un’altra. Come l’interno, anche il piazzale esterno, antistante la Chiesa, è suddiviso in sezioni appartenenti alle varie religioni e proprio a questo proposito la nostra guida ci racconta un evento imbarazzantemente ironico, riguardo ad una rissa tra preti per la pulizia del piazzale stesso. In particolare l’area contesa fu uno scalino basso che l’uno dice sia appartenente alla scala e l’altro al piazzale.
A questo punto della giornata il gruppo si divide e in tre persone andiamo a Betlemme per visitare la Chiesa della Natività.
Sorpresa poco gradita è stata, per noi, il muro di divisione tra Israele e la Palestina che divide precisamente il confine delle due città di Gerusalemme e Betlemme. E’ un sistema di barriere fisiche di 700 km, costruito da Israele in Cisgiordania, allo scopo ufficiale d'impedire fisicamente ogni intrusione di terroristi palestinesi nel territorio nazionale.
Assume il nome di "chiusura di sicurezza" (security fence) per gli israeliani favorevoli alla barriera e di “Muro della Vergogna” o “Muro dell’Aphartaid” per i palestinesi ostili.
Scendiamo dal pulmino salutando il resto del gruppo, con cui ci saremmo rincontrati più tardi, e la nostra nuova guida ci scorta nell’attraversamento del muro, tra rovi, grate, scritte e sporcizia, entriamo nella città provando un po’ di timore che subito si trasforma in mal di testa per il frastuono di clacson provenienti dalle decide di taxi, imbottigliati in pochi metri di strada affollati e imbottigliati per accalappiarsi i turisti e soprattutto coloro che lavorano in terra d’Israele e che tornano in Palestina a fine giornata.
Attualmente anch’essa risulta essere la Chiesa della intera comunità Cristiana e presenta due sezioni, quella più antica costruita nel 320 dopo Cristo e quella più recente costruita nell’ultimo millennio, esattamente nel XVIII secolo.
Il resto del pomeriggio è stato tutto dedicato all’attesa che arrivasse l’ora dell’appuntamento con il resto del gruppo, tutta spesa all’interno di un negozio di “ricordi dalla Terra Santa”.
Verso le 16,40 finalmente arriva Hillik per tornare a Tel Aviv.
Giornata lunga stancante, calda, ma anche molto interessante e suggestiva.
Per ulteriori informazioni sul loro viaggio e per poter ammirare altre foto visitate il sito di Fabio.
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